Luisa BadinoLa mia ricerca si focalizza sulla relazione che intercorre tra archetipi estrapolati dalla memoria collettiva e dettagli emersi dal vissuto individuale. Attraverso la rielaborazione di elementi simbolici inanimati - raccolti da fiabe, miti e rituali – indago il loro potenziale di attivatori di metamorfosi. I frammenti che ne emergono sono ponti tra la concretezza di un reale incerto e la dimensione fantastica abitata da memorie primigenie. Un archivio di sagome e superfici di carta, argilla e stoffa che si assemblano l'un l'altra ricalcando la tensione verso la comprensione di un'identità collettiva indefinita in continua metamorfosi. Il linguaggio che utilizzo, composto di forme ed oggetti ricorrenti, come caratteri di un alfabeto archetipico, si ricombinano e accostano, attraverso pittura, scultura e installazione, per dare vita a narrazioni stratificate portatrici di potenziali infinite relazioni.
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Luisa Badino (Pisa 1990)
Si forma all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove consegue il Diploma di I e II livello in Pittura. Nel 2015 trascorre un periodo di studi all’ Angewandte Kunst di Vienna. Nel 2017 co-fonda con altri 5 giovani artisti l'artist-run-space zolforosso a Venezia. Partecipa a Venice Time Case, progetto espositivo itinerante, curato da Luca Massimo Barbero, e a numerose residenze nazionali ed internazionali come Kio-a-Thau Sugar Refinery, Kaohsiung,(Taiwan, 2018). Tra i progetti più recenti le collettive Oro (Palermo, 2023), Venice in Cellar (Trento, 2023), Senza sapere dove(Bologna,2023), curata da Spazio Relativo e Laura Rositani, Who killed BAMBI (Dolomiti Contemporanee, 2022) e Whatever it takes (AplusA, Venezia, 2021). Dal 2014 fa parte di Fondazione Malutta e partecipa a mostre a:Spazio Punch (Venezia), Galleria Monitor (Roma), la Fábrica de San Pedro (Messico), il Museo di Santa Maria della Scala (Siena); Parallel (Vienna) e il Tulla Cultural centre (Tirana). |